

Il magazine televisivo:
"FEMMINOTE
DI BAGNARA"
di
Farida Criseo, Alejandro Morin, Mario Idone
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La
sua voce s'alzava da lì e in medesimo tempo pareva che le figure femminote s'alzassero
anch'esse nelle sue parole, mano a mano che le maniava; le gambe lunghe, il
petto lattoso, il busto sfilato, potente, il personale teso come un fuso: era
come le impastasse e statuasse nella stessa rena umida delle piedate che il
sole istantaneo cuoceva quasi fosse argilla..... La sua voce(...) s'insolentiva
come quella di un predicatore che decantasse una divinità di cosa..."
Tratto da "Horcynus Orca" di Stefano D'Arrigo.
Le
bagnarote evocano, da sempre, nell'immaginario calabrese visioni di forza e
libertà. Altere, fiere, un pò magiche, streghe quanto basta, sono l'emblema
della donna calabrese che non si arrende. Sotto il peso delle ceste le bagnarote
mantengono intatta la forza dei sogni e della femminilità come valore. Portatrici,
non solo metafisiche, di ideali di solidarietà e laborosità hanno collaborato,
per secoli, all'economia di Bagnara Calabra come e più degli uomini. Una manciata
di ricordi per avere presente che il femminismo, in fondo, ha beneficiato del
contributo delle donne dello stretto. Senza retorica ma con tanto pathos.